Il Presidente dell’AC Livorno Marco Fiorillo è stato intervistato sull’edizione de Il Tirreno – Livorno di sabato 21 maggio a proposito delle lunghe e caotiche code di auto che spesso si vengono a creare lungo l’arteria che costeggia l’area portuale e collega i Quattro Mori al viale Italia nel capoluogo di provincia. Una criticità che è stata acuita non poco nei giorni scorsi in coincidenza con l’apertura senza preavviso, da parte di operai Enel, di un cantiere necessario per risolvere un’emergenza legata a un guasto alla linea elettrica.
«Spostare la fermata del bus di piazza Mazzini è positivo: messa così, sull’attraversamento pedonale, è scandalosa. Ma questa misura va abbinata a qualcosa di più strutturale: bisogna avere il coraggio di intervenire, di dire che la rotatoria al Nautico è stata un errore e toglierla.E insieme creare più corsie, perché quella lungo gli scali è un’arteria di scorrimento importante per la città… – è stato il commento di Fiorillo agli interventi prospettati nel breve termine dall’Amministrazione Comunale, al fine di alleggerire quanto possibile i disagi per l’utenza stradale livornese.
Il pezzo a firma di Juna Goti poi prosegue: “È anche il presidente di Gestione Bacini e la sua famiglia da generazioni gestisce un negozio in corso Mazzini. Così quando giovedì un cantiere dell’Enel al Nautico ha paralizzato il traffico per ore in mezza città, è tra i tanti che hanno toccato con mano l’impossibilità di spostarsi in auto.
«Gli imprevisti – dice all’indomani – possono sempre capitare, può succedere che si rompa un tubo. Ma quello che è accaduto ha messo in risalto gli errori madornali che sono stati fatti nel tempo dalle amministrazioni comunali. Lì c’è un imbuto voluto per costringere gli automobilisti ad andare a piedi, in bici o con l’autobus, quando l’unica strada che abbiamo non solo per andare sul lungomare ma per raggiungere il cuore della portualità è quella. Non si può pensare che uno vada a prendere la superstrada, vada a Tirrenia e poi torni verso il porto, così si ammazza l’economia…». Più volte negli anni l’Aci è intervenuta per chiedere di rivedere, anche tornando indietro, la viabilità da Santa Trinita a piazza Mazzini. Il punto è capire come: perché oggi togliere completamente una pista ciclabile, tra l’altro pagata con soldi pubblici, può risultare anacronistico.
Fiorillo offre uno spunto diverso. «Ho letto cosa ha dichiarato il sindaco al Tirreno. Ecco, la nostra città certo dovrebbe essere anche a vocazione turistica e abbiamo sempre detto che le ciclabili dovrebbero stare vicino al mare. Sugli scali non ci sarebbe da cancellarla: basterebbe realizzare un camminamento al di là della spalletta, che guarda verso il molo, in modo da spostare la pista sull’attuale marciapiede e allargare la carreggiata facendo due corsie per andare e due per tornare». Una passerella “sospesa” lato mare è fantascienza? «No, che ci vuole? Possiamo far passare i pedoni al di là della spalletta costruendo un’opera carina, in legno e acciaio». Riallargando poi la carreggiata e insieme cancellando la rotatoria del Nautico («è stata un errore, va levata, è il freno a mano della situazione»). «Chi abita lì – chiosa – è asfissiato per l’inquinamento. È chiaro che non si può fare a meno di andare su e giù per andare al porto, da Azimut, sul lungomare o in zona industriale. Però se si ci si crea un imbuto poi non ci si può lamentare».
«Abbiamo avuto molti incontri con l’assessore – conclude – e fatto suggerimenti. Ci avrebbe fatto piacere se almeno uno fosse stato messo in pratica, a cominciare dall’incrocio di via Cattaneo». Quanto al lungomare: se per le nuove strisce pedonali rialzate sul viale Italia, «c’è un incidente ogni due giorni e capisco la scelta del Comune di intervenire, c’è poco da dire», per gli scali «ora serve coraggio…».
